Credo che uno dei ricordi più comuni dell’infanzia, sia legato al momento dei pasti, quando venivamo esortati a finire ciò che avevamo lasciato nel piatto con il sottotitolo: “Pensa ai bambini in Africa che muoiono di fame!”
Anche noi oggi, osservando i nostri figli, proviamo a volte la sensazione che abbiano troppo, molto più del necessario e che siano del tutto inconsapevoli e, di conseguenza, non grati per il privilegio di essere nati da questa parte del mondo, al sicuro da guerre, carestie, e ingiustizie sociali.
Come genitori vorremmo promuovere in loro questa gratitudine, la contentezza, l’apprezzamento per ciò che hanno, contemporaneamente, la sensibilità e l’empatia verso le persone che sono nel bisogno. Nello stesso tempo, evitando di traumatizzarli con immagini e racconti crudi (specie se molto piccoli) o appesantirli con discorsi moralistici che spesso possono sortire l’effetto opposto a quello desiderato.
Notiamo come la consapevolezza della sofferenza degli altri, produca di solito un’empatia immediata che però può trasformarsi in frustrazione, rassegnazione e assuefazione, o innescare dei meccanismi di difesa, come lo spostare la responsabilità su altre categorie di persone che avrebbero il dovere di intervenire al nostro posto.
In quest’ottica si colloca la proposta del sostegno a distanza.
Il sostegno a distanza (SAD) consiste in un aiuto economico periodico e continuativo nel tempo, rivolto a bambine e bambini o al loro nucleo familiare, per sostenere un progetto di crescita e sviluppo globale: salute, crescita fisica e istruzione per il singolo, progetti di sviluppo economico e lavorativi per le comunità.
Questi programmi hanno una durata variabile, in base al raggiungimento degli obiettivi, ad esempio, il completamento degli studi e il raggiungimento dell’indipendenza per il singolo bambino.
Esistono diverse associazioni, tra le quali la Fionda di Davide che operano in diverse parti del mondo con vari obiettivi e gradi di coinvolgimento economico possibili da parte dei sostenitori. Tuttavia, per rendere questa scelta generosa è utile un momento di arricchimento educativo per i figli e di crescita per tutta la famiglia adottando alcuni accorgimenti.
Una scelta fatta insieme
Sarebbe meglio se la proposta di iniziare il percorso del sostegno a distanza non arrivasse dall’alto, di punto in bianco, come una iniziativa comunicata dai genitori, ma fosse introdotta a seguito di un discorso nato dall’interesse dei bambini, ad esempio, dopo la visione di un video, di un documentario o una lezione a scuola. In questo modo, si darebbe al bambino l’opportunità di indirizzare in modo attivo la sua naturale empatia e sensibilità.
Anche nella scelta della forma di sostegno, il bambino può avere voce in capitolo, ovviamente nell’ambito di una rosa di possibilità selezionate dai genitori, in base alle proprie possibilità e motivazioni.
Alcuni preferiscono sostenere bambini della stessa età dei propri figli, per permettere una più facile identificazione reciproca. Se i figli sono più grandi, è possibile decidere di sostenere dei ragazzi adolescenti che, probabilmente, hanno perso per qualche motivo il loro precedente sostegno, aiutandoli a completare il loro percorso.
Successivamente, trattandosi di un progetto a lungo termine, dove è facile che un bambino si disinteressi per la complessità nel mantenere costanza nell’attenzione, può essere utile introdurre alcuni accorgimenti.
Qualche suggerimento
Coinvolgimento materiale nel progetto
Chiedendo di contribuire economicamente, direttamente se prendono una paghetta, o rinunciando a qualcosa, valutando ad esempio la possibilità di integrare il sostegno in uno dei regali di compleanno.
Documentarsi insieme
Fare insieme ricerche sul paese e sulla zona dove vive il bambino aiutato, permette ai nostri figli di comprendere e visualizzare meglio la realtà in oggetto, quasi sempre molto lontana dalla loro.
Occuparsi della corrispondenza
Nel sostegno a distanza, i bambini mandano delle lettere, fotografie o disegni ai loro sostenitori volendo conoscerli meglio. Lasciare ai nostri figli la possibilità di mantenere la corrispondenza è senz’altro un modo per mantenere vivo l’interesse e l’entusiasmo.
Un impegno cristiano
Infine, i credenti possono indirizzare la loro scelta verso le organizzazioni cristiane che, oltre allo sviluppo fisico, sociale e scolastico, hanno come obiettivo anche la crescita spirituale dei bambini che saranno motivati a pregare per i loro sostenitori. Ciò incoraggerà i nostri figli a fare lo stesso in una lezione pratica sulla preghiera.
Il sostegno a distanza è un percorso protratto nel tempo e, proprio come per l’educazione e la crescita dei nostri figli, i frutti si vedono a lunga distanza, offrendo un progetto condiviso, uno scopo comune dove, opportunamente supportati, possano sentirsi protagonisti.
I benefici sono molteplici: lo sviluppo della loro sensibilità verso gli altri, la comprensione e l’accettazione della diversità, la consapevolezza e la gratitudine per i propri privilegi, l’apprendimento pratico di come nella vita occorrano costanza, impegno e collaborazione per ottenere risultati duraturi e validi.
Sostieni un bambino a distanza con la Fionda di Davide.
Emanuela Farinelli
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