Una mattina mi sono svegliata con la voglia di fare conoscere ai bambini della mia classe un pittore del ‘900: Jackson Pollock. Dopo avere mostrato loro una parte delle sue opere e spiegato che questo artista lavorava tramite la tecnica dello “sgocciolamento” del colore sulla tela, ci è venuta una gran voglia di sperimentare! Alcuni bambini commentavano: “Ma sono scarabocchi!” altri: “No, è bello!” Sta di fatto, che quest’esperienza deve averli colpiti perché, per tutto l’anno, hanno prodotto dei disegni liberi che, a prima vista, potevano non avere molto senso. Quando però domandavo loro cosa rappresentavano, rispondevano: “È un Jackson Pollock!”

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La capacità dei bambini di osservare, sperimentare e apprendere è unica.

In effetti, l’imitazione è un processo che ha fatto da sfondo a molte teorie dell’apprendimento. Lo psicologo canadese Albert Bandura, lo pone alla base dell’apprendimento sociale: i nuovi apprendimenti possono essere acquisiti tramite l’osservazione diretta di un “modello” da parte di un individuo e questo influenzerà il suo apprendimento e comportamento.

Pensiamo alla meravigliosa acquisizione del linguaggio: il bambino ascolta i fonemi, l’intonazione della lingua madre sin dal grembo della mamma. In seguito, sarà in grado di riprodurli, di dare loro significato, anche grazie all’imitazione.

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I genitori sono i primi modelli che i bambini hanno a disposizione; modelli credibili e affidabili perché i figli si fidano di loro. Non si può evitare, i bambini ci osservano ed imitano. La sfida, quindi, è quella di essere dei buoni (non dico perfetti) esempi.

Come mai mio figlio interagisce urlando? Ti sei mai domandato se ha imitato da te questa modalità comunicativa? Oppure, la dolcezza con cui il tuo bambino “mette a dormire” il suo peluche, probabilmente, è la stessa usata da te quando gli porgi la buonanotte.

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Non è un compito facile, ma la Bibbia viene in nostro aiuto. In un passo, l’apostolo Paolo dice alla chiesa di Corinto: “Siate miei imitatori, come anche io lo sono di Cristo.” (1)

L’apostolo Giovanni, ormai anziano, consiglia un certo Gaio in questo modo: “Carissimo, non imitare il male, ma il bene.” (2)

Non solo i bambini apprendono imitando, anche noi adulti non siamo esenti dall’imparare adeguandoci a modelli credibili.

Personalmente, ritengo sia importante porsi queste domande: “Chi sto imitando? Qual è il mio modello di riferimento? Sto ricalcando il bene o il male? Osservando me, mio figlio vede riflessa l’immagine di Gesù?”  Sì, perché Gesù è il perfetto esempio da imitare, il modello al quale tendere per essere genitori migliori. Il suo amore, la sua pazienza, il suo rimprovero al momento giusto, senza umiliazione, la sua costante guida.

Uno dei principi fondamentali dell’apprendimento per imitazione è la necessità che, chi impara, debba focalizzare la sua attenzione sul modello. Cerchiamo, quindi, di porre la nostra attenzione su Gesù, sui suoi consigli, per essere persone e genitori, non perfetti, ma sicuramente migliori.

1- 1 Corinzi 11:1

2- Terza lettera di Giovanni 1:11

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Alice Amico

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