Tutto è tirato a lucido, i palloncini appesi al muro, una super merenda, le seggioline ben disposte, ogni cosa è pronta per ricevere i bambini che entrano in classe accolti dal sorriso delle monitrici. “Bentornati, che bello rivedervi”. Questo, più o meno, accade all’apertura delle scuole domenicali. Un momento ricco di gioia ed aspettative.
Le origini
Il termine scuola domenicale, sembra una contraddizione: scuola, attività di insegnamento che si svolge durante la settimana, domenica, giorno di riposo. Perché la domenica?
L’origine di questa iniziativa, risale alla fine del settecento, in Inghilterra, dove un credente, di nome William King coinvolse Robert Raikes, anch’egli credente, in un programma di sostegno educativo rivolto alle classi più emarginate della società di allora, partendo dall’infanzia. Rispondendo, difatti, ad una problematica che vedeva i bambini già coinvolti in azioni di piccola delinquenza e disagio. Fu dunque istituita una scuola rivolta proprio a loro. Un programma svolto nel giorno di domenica, perché durante la settimana i bambini lavoravano. La scuola domenicale ebbe come programma principale l’insegnamento della lettura e della scrittura e, per volontà di Raikes, il principale libro di lettura adottato fu la Bibbia.
Le classi di scuola domenicale ebbero un tale successo che si divulgarono rapidamente, raggiungendo migliaia di bambini e ragazzi. In seguito, le principali chiese protestanti, in tutto il mondo, integrarono quest’attività, affermando il ruolo evangelistico e lo studio della Parola di Dio, particolarmente rivolto all’infanzia.
La scuola domenicale oggi
Dopo oltre due secoli di vita, mantenendo le finalità iniziali, le scuole domenicali hanno vissuto un notevole cambiamento, in modo particolare adottando metodi di comunicazione e modelli didattici utili a rendere sempre più efficace l’insegnamento. Tempo fa, non era raro vedere piccoli e angusti corridoi adattati in spazi per la scuola domenicale. Attualmente, molte aule sono un fiore all’occhiello, ideate per accogliere nel modo migliore bambini e ragazzi. L’arredamento è adeguato e funzionale alle varie fasce d’età. I monitori sono sempre più attenti e formati nel rendere efficace il loro insegnamento, consapevoli della sensibilità del loro ruolo nel comunicare la verità del Vangelo. È stato bello sentire dire da un monitore: “Non ho mai smesso di pregare per i miei alunni, fino a quando hanno tutti accettato Gesù nella loro vita”.
Tempi difficili
Stiamo vivendo un periodo storico davvero singolare e complicato a causa della pandemia. Solo le persone molto anziane hanno il ricordo di malattie così pericolose da indurre all’isolamento come mezzo per la difesa della salute. Questa epidemia ha coinvolto molti aspetti della nostra vita. Le relazione e la vita sociale sono state messe a dura prova. La tecnologia è senza dubbio venuta in nostro aiuto, pur non soddisfacendo appieno la vita di presenza.
Spazi virtuali e vita reale
Per molti di noi si sono aperte nuove esperienze, prima poco conosciute come: videochiamate, collegamenti virtuali e quant’altro. Anche gli educatori cristiani si sono misurati come conduttori di spazi virtuali dedicati alla scuola domenicale, con l’aiuto di filmati, animazioni e presentazioni nella volontà di non interrompere il programma iniziato prima della pandemia.
Un impegno ammirevole che, purtroppo, con la sola tecnologia non sostituisce gli abbracci, le risate sonore in gruppo, in definitiva, la vita sociale in presenza, fondamentale per ognuno, soprattutto i bambini e i giovani. L’isolamento non fa bene.
Impegnamoci in qualità di genitori a consolidare la classe della scuola domenicale dei nostri figli, proponendo incontri, quando sarà possibile anche nelle nostre case o in luoghi pubblici. Incontri durante i quali favorire il consolidarsi dell’amicizia, dello scambio di esperienze dove la nostra e la loro fede possa crescere e fortificarsi.
Manifestiamo interesse al lavoro dei monitori e delle monitrici, con domande sui nostri figli nell’ambito della scuola domenicale, in modo da comprendere come collaborare e favorire questo prezioso lavoro.
Speriamo con forza nel ritorno alla normalità, nel frattempo, non abituiamoci all’agiatezza dello schermo. Riscopriamo la bellezza di fare incontrare i nostri figli, riprendendo il capo di un progetto voluto da Dio, per raggiungerli e svelare l’amore che Egli ha per noi.
Marzia Amico
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