Sembra una frase antica: preghiera in famiglia. Quando propongo questa attività ottengo sguardi perplessi, come se l’argomento fosse fuori dal tempo. Ovviamente, non s’intende competere con la presenza in chiesa, bensì un modo di vivere il rapporto con Dio, consolidando tutta la famiglia nella fede, partendo dai bambini. Una preparazione al cammino cristiano che inizia, esattamente, tra le mura domestiche, fino alla comunità, per estendersi alla vita sociale.
Trovandomi in una scuola, tra centinaia di bambini, semplicemente osservando il comportamento di alcuni, domando alle insegnanti: “Com’è la situazione familiare di quel bambino?” La risposta è sempre meravigliata: “Come hai fatto a capirlo?”.

Il frutto nel giardino cade sempre vicino alla pianta.

Se il giardino è la nostra casa, la Bibbia offre chiare indicazioni su come operare in essa per generare benessere che, prima di arrivare alle porte della città, parte dalla nostra casa. “Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze. Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città. (Deuteronomio 6:5-9).

Non sorga il malinteso che una meditazione in famiglia giustifichi l’assenza in chiesa, così come la presenza in chiesa possa esonerare da una devozione familiare. La famiglia è ponte alla chiesa, le due realtà sono unite. La cosa fantastica è che se la famiglia prega insieme, risulta unita, così come la chiesa.

In pratica, potremmo iniziare con la lettura e commento di un brano biblico attorno ad un tavolo, consentendo ai bambini di porre domande spontanee, richieste. Ho conosciuto una famiglia che aveva una lavagnetta, divisa in due sezioni: le richieste a Dio e le cose ottenute: il papà ha perso il lavoro… papà l’ha riavuto, la nonna è malata… nonna è guarita. Cancellando con una bella riga le preghiere esaudite. Vedo ancora i bambini, elencarmi con gioia, le cose ottenute pregando insieme ai genitori. È stupendo constatare quanto i figli si aprano al dialogo con i genitori durante questi preziosi momenti. Dubbi, fragilità, preoccupazioni, richieste di aiuto possono emergere nel momento in cui, aprendoci, riveliamo la nostra condizione.

Sento già il brontolio: “Dici bene ma… il tempo dove lo trovo?” Questo non è un articolo sulla gestione del tempo in famiglia, ma lascia che citi uno studio statistico dell’agenzia Milward Brown sulle ore dedicate quotidianamente ai mass media in Italia: 89 minuti passati a guardare la Tv; 85 minuti davanti al computer; 109 con lo smartphone; 34 con il tablet. In totale 317 minuti. Più di 5 ore. 

Dal momento in cui ci svegliamo, un terzo della giornata è dedicata alla tecnologia. Ogni commento è superfluo.

Antonio Amico

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