Recentemente, ho visto in rete una vignetta dove sono raffigurate le differenti reazioni di studenti, insegnanti e genitori al termine dell’anno scolastico. Effettivamente, specie nelle famiglie in cui entrambi i coniugi lavorano, è a volte problematico gestire il momento tra la chiusura della scuola e l’inizio delle ferie.
Accade così che si approdi stremati al desiderato porto delle vacanze estive, momento caricato spesso di aspettative, non sempre completamente realizzate.
La vacanza viene frequentemente vissuta come una parentesi dalla vita quotidiana, in una dicotomia tra dovere e piacere, tra responsabilità e spensieratezza. È un momento in cui c’è per tutti una maggiore elasticità rispetto alle regole: ci si alza e si va a letto più tardi, l’abbigliamento è più informale, ci si può permettere il lusso di annoiarsi e ciondolare in giro senza fare niente di particolare.

Banco di prova

In questo modo la vacanza può diventare anche un banco di prova, un momento di riflessione per l’andamento della vita familiare. Ad esempio, sul livello di interiorizzazione delle regole e dell’educazione. I figli continuano a lavarsi i denti, ad

aiutare a sparecchiare la tavola, a tenere in ordine i propri abiti nella stanza, anche se siamo a casa dei nonni? Urlano e corrono in giro nei luoghi di vacanza come non farebbero mai nel giardino di casa? Osservarli in questi momenti può essere istruttivo e offrire del materiale su cui riflettere e lavorare, per aiutarli a comprendere che non si va mai in vacanza dall’educazione e dal senso civico.

Buoni propositi

Questa verifica può essere applicata anche a noi stessi. Forse, per tutto l’anno, abbiamo rimandato al momento delle vacanze i buoni propositi come: dedicarci alla lettura, trascorrere più tempo di qualità con i nostri familiari, spegnere televisione e cellulare; tutte cose che sembravano impossibili da inserire nel nostro frenetico agire quotidiano ma, che al dunque, tendiamo a rimandare anche in vacanza. Onestamente, dobbiamo riconoscere che magari non amiamo la lettura così tanto quanto ci piacerebbe credere e ci accorgiamo che il dialogo in famiglia può essere faticoso, irritante o imbarazzante.
Avrete già notato, del resto, che nemmeno l’adulto può andare in vacanza dal ruolo di genitore; questo potrebbe essere il momento giusto per uscire dagli schemi: passare del tempo libero all’aria aperta con la famiglia, giocare, divertirsi insieme, parlare con i figli, ascoltarli, creare un’abitudine a momenti di condivisione che potremmo decidere di attuare nella vita di tutti i giorni, anche a vacanza terminata.

In questa ottica, la vacanza non sarà una parentesi, per quanto piacevole, distaccata dalla quotidianità, ma un momento di arricchimento per la nostra vita familiare.

 

Emanuela Farinelli

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