Riconoscere e valorizzare le capacità individuali di un bambino, è un traguardo ambito da ogni vero educatore. Essere educatore, implica un’attenta capacità di osservazione ed analisi, riguardo le attitudini del bambino, che emergono in un quadro formativo stimolante, dove la naturale curiosità del fanciullo prende vita. 

L’approccio: “Stai seduto e ascolta” non giova all’inventiva dei bambini, i quali preferiscono avvalersi di strumenti innati come l’imitazione, il gioco, l’improvvisazione e la sperimentazione.

L’importanza del coinvolgimento     

coinvolgimento attivo recita

Nonostante vi siano ammirevoli iniziative di molti educatori cristiani, impegnati a migliorare il sistema d’insegnamento, in alcuni casi, si continuano a sviluppare strumenti d’apprendimento e di valutazione standardizzati. 

Nella tua classe di Scuola Domenicale i bambini non dovranno essere spettatori passivi, ascoltando lunghe esposizioni, senza il minimo coinvolgimento. Diventa, quindi, molto importante la selezione di attività creative che si integrino con il percorso formativo convenzionale.

Un metodo efficace

recita e immedesimazione

Posso immaginare che, nell’ambito della chiesa, alcuni storcano il naso, avvertendo l’attività di recitazione come fuori luogo. In realtà, libera da ogni malinteso, la teatralità dei bambini, migliora tutti gli aspetti che coinvolgono sia il lato dell’apprendimento, sia la comunicazione con gli altri.

Chiaramente, non una sterile memorizzazione di battute, ma una rielaborazione che pone come obiettivo la comprensione e l’identificazione con quanto interpretato.                                                                       

La recitazione consente di presentare situazioni, fatti, storie ed esperienze personali. Il bambino pensa e s’immedesima nel personaggio che sta interpretando. Ad esempio,  rappresentando la vita di un missionario, inizia a comprendere le sfide e le responsabilità che ne derivano. 

Una drammatizzazione consente di approfondire, conoscere e condividere Dio. L’interpretazione, favorisce sicuramente a far vivere le verità bibliche, raccontando come Dio vuole che agiscano in determinate situazioni. Una scenetta breve, può essere introdotta efficacemente anche all’interno della tua lezione in classe, come contributo o riepilogo dell’insegnamento.  

L’adulto coinvolto

partecipazione genitore recita

Ricordo, al termine di una recita, il commento di un nonno, il quale non avendo mai messo piede in una chiesa, mi disse: “Non sarei mai venuto qui se non fosse per il fatto di vedere il mio nipotino recitare. Le devo dire che sono molto colpito, non solo dalla bravura dei bambini, ma anche dal messaggio che mi fa molto riflettere”.

La realizzazione di una recita, in occasione dell’apertura o chiusura della tua Scuola Domenicale, è un’eccezionale risorsa ed opportunità evangelistica, oltre al coinvolgimento entusiasta dei bambini, i quali si sentiranno protagonisti e collaboratori nella comunità locale.

Molte recite, preparate in modo adeguato, trasformano l’evento in un importante momento evangelistico. Realizzare una recita in modo competente ed efficace, con un messaggio di gioia e speranza cristiana, crea un clima di vera gratificazione, sia per i bambini, sia per gli adulti.

Qualche idea

idee recitazione

  • L’interpretazione simbolica                                                                               

Questo metodo è adatto ai bambini di età prescolare. Il bambino indosserà o mostrerà cartelli o oggetti che nell’insieme comporranno la storia. Ad esempio, nella parabola del seminatore, un piccolo entrerà vestito da contadino, seguito da altri bambini, vestiti da semino. I bambini entreranno ed usciranno mostrandosi in base alla narrazione di un adulto. In questo caso è consigliabile una base musicale che sottolinei i movimenti di scena.

  • Il monologo

Durante un monologo, il bambino espone una narrazione in prima persona e parla dal suo punto di vista. Il monologo sarà interpretato a memoria, riguardo un personaggio biblico, un missionario, una testimonianza; può essere recitato in modo molto semplice, oppure arricchito da costumi e oggetti di scena. Il monologo è da assegnare a bambini o ad adolescenti in grado di memorizzare il testo ed esprimerlo in modo incisivo.

  • Il narratore esterno

Un bambino al microfono, leggerà un testo che verrà, mano a mano, interpretato dagli altri. In questo caso, i protagonisti potranno recitare poche parole, in seguito alla descrizione del narratore. Ecco un breve esempio.

Narratore: “C’era una volta un mendicante, che viveva sul ciglio della strada chiedendo aiuto. 

Mendicante:  (entra un bambino vestito da mendicante, si siede tendendo la mano per l’elemosina). Dice: “Fate la carità, aiutatemi!”

Narratore: “Passava da quelle parti una donna che, visto il pover’uomo, gli rivolse la parola”.

Donna: (entra una bambina, che dice:) “Come hai fatto a ridurti in questo modo?”

Così via, la recita prosegue con un testo breve e agile. Fino al messaggio finale, pronunciato dal narratore.

  • La pantomima

La pantomima è una forma di recitazione non verbale, un’esibizione silenziosa che consiste in espressioni facciali e movimenti del corpo ma, a differenza della mimica, è accompagnata da musica, suoni e narrazione, nel nostro caso un messaggio cristiano. Non sono fondamentali i costumi o un’attrezzatura scenica, in quanto saranno i movimenti e le espressioni a dare la chiave interpretativa. 

In generale, il consiglio è di non fare scene maggiori di dieci minuti.

Ovviamente, vi sono molti altri modi per offrire una recita nella propria comunità. In ogni caso, non perdere l’occasione di fare vivere ai tuoi bambini un’esperienza che li coinvolgerà in modo entusiasta, rendendoli protagonisti ed interpreti di un evento evangelistico e formativo dai risultati sorprendenti.

Antonio Amico

 

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