Consigli su come recitare un libro ai bambini

Nel mio lavoro come maestro d’infanzia, mi trovo spesso a leggere dei racconti ai bambini. La mia classe è formata da venticinque bambini ed è quindi molto importante sapere leggere in modo efficace e chiaro. La mia voce, il mio sguardo, i miei gesti devono condurre il bambino in prima persona nel racconto. I bambini sono unici per la loro sincerità e schiettezza; può succedere che durante una nostra impegnativa e colorata lettura un bambino possa dire “mi sto annoiando”.

Chi lavora con i bambini o chi vuole iniziare a lavorare con i bambini, deve mettere in preventivo questi rischi del mestiere. Questo non deve demoralizzarci ma stimolarci nel migliorare. Noi ci approcciamo con l’essere più sincero e senza filtri, ma i bambini hanno la capacità di smontarti nel giro di pochi secondi.

Ho avuto e sto avendo diverse esperienze sulla lettura e voglio condividere l’ultima di queste.
Mi ritrovo nella mia classe e decido di leggere il racconto di Peter Pan. Il primo problema è che il libro è veramente piccolo e fare vedere le immagini a tutti i bambini contemporaneamente non è semplice.

Quello che ho imparato

interpretare ciò che si legge ai bambini

Durante la lettura è consigliato che i bambini stiano seduti davanti a te, mentre stai in piedi o seduto su una sedia, ben visibile da tutto il gruppo. In questo caso, notando la difficoltà di leggere con il libro girato verso di loro, per fare vedere le immagini, quindi un po’ scomodo, ho optato per una lettura più dinamica: ho deciso di interpretare quello che leggevo. Ero io Peter Pan, ero io Wendy ed ero sempre io a fare le voci dei personaggi e i suoni che caratterizzano la narrazione.

Il risultato, in termini di coinvolgimento, è stupefacente, soprattutto se chiediamo ai bambini di riprodurre i suoni insieme a noi.

In situazioni dove è difficile mostrare le illustrazioni, ti consiglio di “diventare” quelle immagini. Gesti larghi insieme a suoni chiari e decisi portano il bambino nella direzione giusta, mantenendolo concentrato e attivo.

L’importante, durante la lettura, è essere dentro il racconto anzitutto noi che leggiamo. Impara quindi a sentire e fare sentire l’atmosfera di quelle pagine: la paura del personaggio, il suo coraggio, il freddo, il caldo, insomma tutto.

I cieli raccontano la gloria di Dio (Salmo 19:1)

raccontare una storia ai propri figli

Anche Dio ci sta raccontando una storia e desidera attirare la nostra attenzione. Hai mai pensato a questo versetto? Prova a descrivere questo versetto immaginando Dio come un padre che racconta ai propri figli la sua storia. Perché è questo che sta facendo: una descrizione narrata della sua gloria.

Di giorno i cieli raccontano qualcosa che da forza, speranza per affrontare la giornata; la sera Dio spegne le luci, accende una piccola abat-jour e ci racconta l’ultima storia, prima di andare a dormire. Una storia d’amore, fiducia e protezione.

Dio si usa delle immagini come aiuti visivi e la sua voce si può sentire solo cercando il suo volto con tutto il cuore. Viviamo in un racconto celestiale, siamo considerati a volte anche come delle lettere. Siamo dentro al racconto, siamo il racconto. Una voce, delle immagini, il silenzio e il racconto diventa qualcosa di fantastico.

Leggi prima

conoscere bene un libro prima di raccontarlo

Vorrei aggiungere una cosa. Ti è mai capitato di prendere un libro a caso per leggerlo ai bambini ma ti rendi conto di leggere male, con lunghe pause e la ripetizione di alcune parole? Questo accade per un semplice motivo: non conosci il libro.

Quando scegli un libro e inizi a raccontare, il rischio di inciampare è molto alto e di conseguenza non c’è attenzione da parte di chi ascolta vanificando così l’impegno. In altre parole, non si conosce il lessico del testo, le pause e lo stile. Quando decidi di leggere un libro ma non hai tanto tempo per selezionarlo con cura, in ogni caso, prendi pochi minuti per vagliare il racconto, leggendone una parte ad alta voce, in questo modo, entrerai nell’atmosfera che la storia vuole trasmettere.

Comprendendo il linguaggio, lo stile narrativo, la punteggiatura, quindi il ritmo e le pause, inizierai così a farti un’idea di come procedere sia con la voce sia con i movimenti. Bastano pochi minuti per ottenere il modo più adeguato e la giusta interpretazione del racconto. Dio, prima di creare l’uomo e iniziare il racconto della sua gloria, ha creato i cieli, la Terra e tutta la natura. Prima ha creato bene il contesto, quindi, ha iniziato a raccontare.

Per mantenere attiva l’attenzione puoi chiamare qualche bambino ad intervenire, invitandolo a commentare o interpretare quello che stai raccontando, per essere protagonista, anche per pochi istanti. Ovviamente, ci sono vari tipi di bambini e le reazioni si differenziano. Avrai il bambino che rimane seduto ed è completamente catturato dalle tue parole ma c’è anche quello che non riesce a stare fermo. In questo caso, puoi chiamare il bambino che io amo definire yo-yo e farlo diventare protagonista attivo del racconto. Così facendo gestirai attivamente la sua attenzione.

D’altronde anche Dio ama renderci partecipi. Siamo al centro di un racconto e Dio ci chiama ad essere personaggi attivi.

Leggere dei racconti è uno degli strumenti principali per avvicinare i bambini e conquistare il loro interesse. Saperlo fare non è difficile, bastano poche accortezze e un pizzico di passione.
I bambini sono molto sensibili, percepiscono il tuo entusiasmo e si adeguano di conseguenza.
Se leggi svogliatamente, senza trasporto, quello che trasmetterai sarà una lettura noiosa che i bambini non riusciranno a seguire ma, se ti predisponi alla creatività e all’entusiasmo i piccoli ascoltatori saranno completamente trasportati nella storia e non vorranno smettere.

Ricorda, chi lavora con i bambini sta svolgendo l’attività più bella del mondo. Sia come educatore scolastico, monitore in una scuola domenicale o semplicemente genitore che ama leggere storie ai propri figli, non dimenticare che ti rivolgi a creature meravigliose.

Osservo spesso i bambini della mia classe mentre giocano o parlano tra di loro e ringrazio Dio. Un sorriso mi viene spontaneo, insieme ad un pensiero: se non divento come loro, non entrerò nel Regno dei cieli; e questa è davvero una storia da comprendere bene.

Manuel Terribile

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